Meditamazon

Massimo Berlingozzi 20 maggio 2021

È possibile meditare all’interno di un magazzino Amazon? La domanda è lecita dal momento che il gigante dell’e-commerce ha lanciato un programma di benessere, denominato WorkingWell, che lo prevede. Nello specifico: video educativi sulla prevenzione degli incidenti; avvisi a ogni ora per ricordare di dedicare 30 secondi a esercizi di respirazione e stretching; spazi per potersi rilassare e praticare la meditazione. La critica mossa da molti è di aver introdotto pratiche di benessere senza modificare il numero dei pacchi da movimentare per turno di lavoro, dimenticandosi che bisognerebbe “adattare il lavoro all’umano, e non l’umano al lavoro”.

Ma oltre a queste osservazioni, ampiamente condivisibili, sorprende l’assoluta superficialità con cui si affrontano certi argomenti, specchio di un mondo in cui per far esistere le cose è sufficiente comunicarle.  Ho insegnato Hatha Yoga, esercizi di respirazione, rilassamento e meditazione per molti anni. Ho portato questa pratica nello sport con gli atleti della Squadra Nazionale Italiana di sci di fondo. Praticare la meditazione, nella sua essenza, è la cosa più semplice di questo mondo. Basta sedersi in un luogo tranquillo, in silenzio, e non pensare a nulla. Quello che è difficile è insegnare al nostro corpo ad abitare questa condizione: rilassare i muscoli, lasciare andare il respiro, restare immobili, abbandonare quell’inquietudine che si riflette sul nostro pensiero incapace di smettere di saltare da uno stimolo all’altro, per diventare semplici spettatori del teatro della nostra mente.

Un percorso mirabilmente descritto in un antico testo indiano scritto tra il II e il IV secolo d.C. (Yoga Sûtra di Patañjali), principi ripresi in anni recenti da Jon Kabat-Zinn, ideatore della Mindfulness. Immaginare che tutto questo possa accadere all’interno di un magazzino, durante brevi pause consumate tra un turno di lavoro e l’altro, lascia qualcosa di più che una semplice perplessità. Una certa amarezza. Perché ciò che è “profondamente umano” non merita questo.

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